
Indice:
– Il Sultanato
– Geografia
– Fauna
– Popolazione
– Governo
– Economia
– Cultura & Abbigliamento
– Fede
– Leggi

– Il Sultanato –
L’antico Regno di Mumya si è sviluppato diversi millenni fa, con il fondersi di diverse carovane di mercanti del deserto in un unico, grande agglomerato che poi diventerà la città di Harasib, capitale del Regno stesso. La Spada di Alfar è stato il fulcro della civiltà Mumyana per la grande maggioranza della sua storia. La fertile valle intorno ad esso diede ai suoi abitanti la possibilità di sviluppare un’economia stanziale basata sull’agricoltura, oltre ad una nomade sul commercio esterno, e una società sempre più sofisticata e centralizzata. Il primo Sultano, Teti I, fu eletto tra i capi delle altre carovane sebbene col tempo i capi ecclesiastici di Mumya portarono la visione della sua figura come volontà diretta degli Dei e il processo di elezione perse il suo valore fino a scomparire venendo rimpiazzato da una successione per linea di sangue. Grazie agli introiti derivanti dal commercio di merci esotiche dal deserto, i Mumyani riuscirono a rendere il proprio regno ricco e prospero, tanto da rivaleggiare in brevissimo tempo con gli altri tre concorrenziali.

– Geografia –
Il territorio Mumyano non ha fiumi, ma ha qualcosa di simile: la Spada di Alfar, il più importante dono di Genithalia al paese. Esso nasce dalle grandi oasi, come fiume senza nome, nella zona centrale del regno, scorrendo nel sottosuolo e nel suo ultimo tratto fuoriesce in superficie per diversi kilometri, per poi gettarsi nell’oceano. Il clima mumyano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, fatta eccezione per la zona meridionale dove esso è più temperato, sebbene notevolmente più secco rispetto alla media. Gli inverni sono miti, anche se non mancano gelate invernali nel deserto, dovute alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Le estati sono molto calde e secche (le coste settentrionali sono tendenzialmente più umide ma rimangono di tipo desertico in termini precipitativi), e le temperature raggiungono molto facilmente i 43-45°C, con punte di oltre 50°C in pieno deserto. La zona più “fresca” del Paese in estate è quella delle coste occidentali, avvantaggiata dalla lontananza del vulcano Plixo. Le precipitazioni sono molto scarse, soprattutto nelle zone interne, dove può non piovere per molti mesi. Si verificano talvolta piogge torrenziali, ma solo poche volte all’anno. Il vulcano, con un’altezza di 1281m, sorge all’interno di una parziale caldera di circa 4 km di diametro, caldera che è la parte restante di un precedente edificio vulcanico, la catena montuosa subito a sud, dopo che la Grande Eruzione ne determinò il crollo del fianco nord in corrispondenza del quale si sarebbe formato il cono attuale con il suo cratere. L’attuale fase di “quiescenza” appare atipica: in base ai cicli abituali, la ripresa dell’attività eruttiva sarebbe fortemente in ritardo. Per questo si ritiene che il Plixo sia uscito dal tipo di attività fino a ora visto o che, in esatto opposto, stia covando un ritorno in pompa magna.


– Fauna –
Animali tipici dei deserti sono il cammello ed il dromedario, utilizzati dalle popolazioni locali come animali da soma e come cavalcatura. Hanno entrambi zampe piatte, adatte a camminare sulla sabbia, un mantello molto folto per proteggersi dai raggi solari ed una (il dromedario), o due (il cammello) caratteristiche gobbe formate da riserve di grasso, che, assieme a una notevole quantità di energia, producono acqua preziosa per sopravvivere nelle difficili condizioni ambientali del deserto. Tra gli altri animali desertici, vi sono: i suricati che vivono in grandi colonie. Per sopravvivere alla scarsità di cibo si nutrono di una dieta varia e costruiscono profonde gallerie per raggiungere eventuali falde acquifere nel sottosuolo. Anche varie specie di uccelli abitano il deserto, così come molti rettili, tra cui serpenti e sauri. Altre specie presenti nei deserti sono il fennec (volpe del deserto), alcune gazzelle, il coyote, la vipera dal corno e la formica mumyana..
– Popolazione –
La popolazione è concentrata, con una densità elevatissima, vicino alla capitale Harasib.
Le Razze più popolose sul suolo di Mumya: Umani, Naga, Gandrak.
Mediamente popolose: Orchi, Chimere, Prescelti, Corrotti, Elfi.
Meno popolosi: Drow e Acquatici.
– Governo –
Il Sultano è il sovrano potente e incontrastato, apice della piramide sociale che regge Mumya. Più dio che uomo, incarnazione di Bastyah, colui che sconfisse il male. Questo regno ha la più articolata amministrazione tra i Regni, insieme a Oshuu. Agli ordini diretti del Sultano c’è una specie di primo ministro, il Gran Visir, cui fa capo l’intero apparato amministrativo: egli controlla la gestione della giustizia, il tesoro e le entrate fiscali, sovrintende ai lavori pubblici. Il Gran Visir ha al proprio servizio numerosi funzionari, distribuiti in ordine gerarchico negli uffici centrali e in tutti i distretti del paese. Dato che tutti gli atti pubblici vengono accuratamente registrati e archiviati, gli scribi formano l’ossatura della burocrazia, presenti a corte come nei più lontani uffici periferici, nelle esattorie delle imposte, nei campi e censire il bestiame o a misurare i raccolti, hanno un ruolo primario e insostituibile, che garantisce loro prestigio e privilegi. La complessità della scrittura geroglifica amministrativa richiede, infatti, lunghi anni di studio e solo pochi la apprendono in modo soddisfacente. L’esercito, comandato dal Gran Meker (in diretta opposizione spesso col Gran Visir per poteri e decisioni), è composto prevalentemente di cavalleria su carrozza, compresi gli arcieri. La Fanteria occupa una larga porzione dell’esercito Mumyano, ma è solo il 45% delle forze armate complessive. Per fare una sintesi semplice:
Fanteria: 45%
Cavalleria: 50% (compresi gli arcieri)
Macchine da Guerra: 5%
– Economia –
Prima dei contatti con gli altri regni, al mercato era frequente il baratto: le eccedenze agrarie venivano scambiate con manufatti degli artigiani liberi, compreso l’oro. Successivamente alla creazione di Rionhet iniziò la diffusione delle monete, chiamate Shat dai Mumyani, che resero l’economia del Regno più stabile nei confronti degli altri tre. Le merci che maggiormente si esportano sono: spezie (di varissimo tipo), tinture per tessuti, gioielleria, tessuti, frutta esotica, animali tipici del regno.
– Cultura & Abbigliamento –

Gli uomini usano un gonnellino dall’estremità sovrapposte lungo fino alle caviglie e caratterizzato da pieghe e trasparenze. Il torace è coperto con una stola di tessuto: molto usato era il colore bianco e il tessuto di lino. I nobili usano adornarsi con gioielli e usavano sandali in papiro o legno di palma con lacci di cuoio. Le donne usano tuniche aderenti lunghe con una o due bretelle. Spesso ornate di complessi disegni e colorate ma la maggior caratteristica fu l’impiego del sottilissimo trasparente lino, chiamato bisso, e delle cinture. Molto frequente l’uso di gonne lunghe e di stoffa a pieghe sul busto lasciando le braccia scoperte. L’abito, quindi, acquisisce svariate fogge atte ad individuare la classe sociale di appartenenza. Il popolo ovviamente si abbiglia in maniera diversa dai nobili, sia per motivi economici che pratici. Semplici calzoni, gonnellini, quando addirittura non lavorano nudi, sia uomini che donne. I fanciulli del popolo vanno sempre completamente nudi, e ciò era visto come assolutamente normale; nello specifico le bambine coprono il pube con un panno leggero, ma comunque le natiche restano normalmente scoperte. Invece i bambini non indossano nulla, e girano con i genitali e i glutei esposti. Questa condizione di totale nudità dura finché i bambini non compiono dieci anni. È da notare che la nudità, di adulti e bambini, è costume abituale.
– Fede –
Gli Dei
Le quattro principali divinità del continente, a Mumya, conservano alcune delle peculiarità per cui vengono adorate e ne manifestano di nuove, esternando quella che è la cultura del luogo e le sue tendenze. I loro nomi mutano, addirittura il loro sesso viene alterato, ma la sostanza cambia poco.
Bastyah /Armong
Nel Sultanato di Mumya, Armong diviene la Dea Bastyah, divinità legata al combattimento ed alla crescita interiore. Governa insieme alle altre tre divinità principali, dominando una quantità abbondante di Semidei e di Spiriti che infestano le sabbie del deserto. A lei è stato dato il merito della creazione della Spada di Alfar, che si dice abbia trovato nascita da un taglio che la divinità abbia inferto alla terra proprio durante uno scontro con un Semidio ribelle, Alfar appunto. Ella è rappresentata con la testa di una pantera nera, il corpo flessuoso di donna e le zampe feline. Viene spesso raffigurata con il Kopesh e lo scudo, mossa a completa protezione del Sultanato. Di carattere indomito e pragmatico, essa non ha compassione o pietà. Essendo diretta discendenza di Bastyah, secondo tradizione, il Sultano è un Semidio alla pari di molti altri narrati nelle storie.
Thuatha/Rhotyx
L’ambigua divinità dell’intelletto, nel Sultanato, assume una connotazione più definita, ma non meno doppia. Egli è il dio dell’imbroglio, dell’inganno, di ciò che è nascosto e di ciò che è proibito. Eppure, Thuatha è anche la divinità degli affari, degli scambi, dei viandanti e di coloro che compiono lunghi viaggi e, soprattutto, di coloro che cercano la verità. Per questo è una divinità bicefala, con un muso da Serpente davanti, ed una testa di Tapiro sul retro. Loro sono Thuatha al contempo e mai allo stesso tempo. Viene spesso raffigurato di profilo, perché i fedeli ricordino sempre che c’è una parte del mondo in luce ed una in ombra, ma entrambe esistenti e reali. Indossa spesso un copricapo a turbante che copre la testa non dominante in quel momento, perché non possa parlare, e come arma utilizza un Pastorale lamato, ornato di piume per celarne la natura crudele.
Hisis/Genithalia
Hisis, o Genithalia di cui si è perso il nome antico, è una divinità legata alla fertilità, all’amore, alla nascita e, soprattutto, all’abbondanza. Si dice che fu lei, unendosi con Bastyah sulle rive della Spada di Alfar, a donare a quel fiume tanto potere sulla terra arida e, quindi, permettere ai mortali di nutrirsi con facilità. Ella è una divinità benevola, ma ambigua e competitiva, tanto da arrivare ad uccidere e nutrirsi di molti Semidei che avevano osato poggiare gli occhi sulla divinità della Forza, Bastyah, che lei vede come solo propria. Una divinità gelosa delle proprie cose e ruvida come il deserto a mezzogiorno, ma anche accogliente come le acque di un’oasi al tramontar del sole. Viene raffigurata con la testa di Mucca e vestita con abiti delicati, spesso trasparenti, per accogliere gli sguardi di coloro che la amano, volenti o nolenti. Non ha armi, essendo una divinità pacifica, ma in molti drappi viene accompagnata da un coltello da cucina insanguinato, ed una pentola ribollente.
Anoxy/Anuna
Anoxy è l’esatta controparte di Bastyah, sia per forza che per interessi. Nonostante il Sultanato si regga sulla fede in Bastyah, infatti, la popolazione recita le proprie preghiere in egual misura al Dio dell’Oltretomba, a colui che protegge, culla e si prende cura delle anime e dei corpi dei morti. Egli è letteralmente il Custode di coloro che sono passati oltre la vita e, come la cultura Mumyana vuole, è anche colui che permette alla Necromanzia di esistere. Viene raffigurato con la testa di uno Sciacallo e con vesti modeste, come tuniche o semplici gonnellini bianchi, a contrasto col nero dell’Oltretomba che si porta dietro. Utilizza come arma principale una lancia, che usa però anche come timone della barca con cui trasporta le anime ed i corpi perdutisi nel deserto a casa.
Spiriti E semidei
La fede di Mumya è apertamente politeista e non si limita all’adorazione delle quattro principali divinità del continente di Feyon. Hisis, infatti, data la sua natura ambigua ha giaciuto e partorito innumerevoli Semidei, spiriti e creature che infestano il piano divino e mortale. Per quanto anche gli altri Dei abbiano avuto relazioni o ingravidato esseri mortali, Hisis mantiene il primato.
Gli Spiriti sono creature nate dall’unione di Hisis con esseri mortali del creato, ma non pienamente coscienti, come piante, animali o perfino elementi naturali come l’aria, il fuoco, o la sabbia. Essi sono costantemente tra il mondo materiale e quello divino, e sono visti alla stregua di spettri, o di guide mandate dagli Dei per aiutare chi si è perso nel cammino.
I Semidei, nella tradizione Mumyana, altro non sono che i figli delle divinità avuti con uomini o donne meritevoli delle loro attenzione. Questi risiedono alla corte dei loro divini genitori, ma non è inusuale sentire del loro intervento in terra, nei canti religiosi e negli epici racconti. I semidei hanno poteri divini, ma non godono dell’eternità e sono fallibili come i mortali. Sono spesso accompagnati da spiriti. Un breve elenco dei semidei più famosi:
– Hashib, colui che porta la luce, figlio di Hisis ed un soldato di ronda vicino al Plixio.
– Maraharisi, la nasconditrice dei cieli, figlia di Thuatha e una ladra entrata nel suo tempio.
– Kaleb, l’osservatore silente, figlio di Hisis ed un Sacerdote di Bastyah, perdutosi nel deserto.
– Rohad, colui che ucciderà Bastyah, figlio di Anoxy ed una delle concubine dell’harem del Sultano.
Gerarchia Clericale
Come per gli esseri umani, anche gli dei hanno una loro casa “terrena”, il tempio; ciò comporta che a tale casa siano annessi possedimenti fondiari, coltivazioni, bestiame, e che il personale che si interessa di mantenere e far prosperare tali possedimenti sia alle dipendenze del dio. Non solo contadini, perciò, ma anche tutti gli artigiani specializzati come, ad esempio, orafi, guardiani di bestiame, scalpellini e scultori, pittori. Responsabili di tutte le attività connesse al lavoro di questo personale sono i funzionari il cui compito principale era servire il dio nella sua casa, tenerla in ordine e badare al buon andamento di ogni attività tra cui, ovviamente, anche il controllo delle maestranze dedicate alle proprietà del tempio. Tra le varie incombenze ci sono anche quelle di tipo rituale, spesso molto complesse. Questi funzionari, che non hanno il compito di fare proseliti per il dio, o di arringare i fedeli, sono i sacerdoti che costituiscono una vera e propria casta giacché anche la loro struttura si basa su rigide gerarchie. A capo di tutta la gerarchia ecclesiastica vi è il/la Gran Hasah, che consiglia il Sultano insieme al Gran Visir ed al Gran Meker.
Clero maschile
Dal livello più basso i sacerdoti sono normalmente inquadrati in:
- sacerdote uab (il puro): poiché le attività connesse a tale rango sono specialmente di tipo manuale, dovendo tra l’altro maneggiare gli oggetti del culto, devono essere particolarmente puri di mani. A loro competeva, inoltre, il trasporto del simulacro del dio durante le festività in cui veniva fatto uscire dal Tempio. Benché posti al gradino più basso della gerarchia sacerdotale, non mancano, in tali ranghi, scribi, scultori, pittori.
- sacerdote “lettore” o “ritualista” (kher-heb: colui che è sotto il rituale): compito dei lettori è il portare i rotoli dei rituali che avevano il compito di leggere con “voce giusta” e far rispettare. Nella gerarchia sacerdotale erano allo stesso livello dei preti uab.
- Sacerdote setem o sem: Particolare importanza ha il prete setem durante i rituali funerari quando, indossando una pelle di leopardo, asperge con acqua sacra la bara e il suo contenuto. All’atto della morte di un sovrano il successore, vestendo i panni di sacerdote sem esegue la Cerimonia di apertura della bocca e degli occhi del defunto re.
- il “Padre del dio”: di rango superiore a quelli sin qui visti, affianca nei rituali il superiore diretto.
- il/la “Gran Hasah” : noto/a anche come “profeta” o “profetessa”. Riveste funzioni massime di comando e coordinamento su tutti gli altri ranghi sacerdotali. Non tragga in inganno, tuttavia, il termine “profeta” giacché, al contrario di quel che si potrebbe credere, non implica funzioni divinatorie o profetiche. È concesso al Gran Hasah di affiancare la barca sacra processionale immediatamente dietro al Sultano ed è il/la principale responsabile di tutti i riti. Quando occupato/a per incarichi politici o amministrativi, o quando non di turno, può essere sostituito/a dal Padre/Madre del Dio che, in quel caso, ha le stesse prerogative. Di fatto appartengono al Gran Hasah le incombenze più operative e a lui/lei compete l’incarico di Sovrintendente del tesoro di Bastyah nonché la supervisione e la sorveglianza su tutti i laboratori e sui terreni di proprietà del dio. A lui/lei infine compete la ricezione dei tributi che provengono dai villaggi per il Tempio, anche dal quartiere Mumyano di Rionhet.
Clero femminile
Considerando anche la forte partecipazione della donna nella società Mumyana, esiste anche una nutrita componente clericale femminile:
- “cantatrici” e “musicanti“: come per i preti uab, il livello più basso della gerarchia femminile è occupato dalle “cantatrici” e dalle “musicanti”, il cui compito è quello sottolineare con musiche e canti i rituali più importanti. L’incarico viene usualmente ricoperto da donne dell’entourage regale (figlie, sorelle, madri di funzionari di Palazzo).
- “dame o concubine dell’harem divino“: Vengono prescelte tra le “cantatrici” di rango sociale più elevato esclusa la moglie del Gran Hasah, quelle donne che andranno a creare l’harem del Sultano.
- “Madre del dio“: è la controparte femminile del Padre del dio. Destinata a dame di rango sociale ancora più alto, massimo livello sacerdotale femminile, seconda solo alla “Gran Hasah”, partecipa ai rituali nel tempio e ha la direzione di tutto il clero femminile e la supervisione dei laboratori e dei magazzini del tempio. Dispone di una casa propria e di personale, nonché rendite in cereali e mandrie dei possedimenti templari e di un tesoro privato.
- il/la “Gran Hasah” : noto/a anche come “profeta” o “profetessa”. Riveste funzioni massime di comando e coordinamento su tutti gli altri ranghi sacerdotali. Non tragga in inganno, tuttavia, il termine “profeta” giacché, al contrario di quel che si potrebbe credere, non implica funzioni divinatorie o profetiche. È concesso al Gran Hasah di affiancare la barca sacra processionale immediatamente dietro al Sultano ed è il/la principale responsabile di tutti i riti. Quando occupato/a per incarichi politici o amministrativi, o quando non di turno, può essere sostituito/a dal Padre/Madre del Dio che, in quel caso, ha le stesse prerogative. Di fatto appartengono al Gran Hasah le incombenze più operative e a lui/lei compete l’incarico di Sovrintendente del tesoro di Bastyah nonché la supervisione e la sorveglianza su tutti i laboratori e sui terreni di proprietà del dio. A lui/lei infine compete la ricezione dei tributi che provengono dai villaggi per il Tempio, anche dal quartiere Mumyano di Rionhet.
La Chiave Corinzia
Nonostante la casta Sacerdotale Mumyana sia estremamente articolata, il Gran Hasah ha da sempre avuto bisogno di un gruppo fidato di fedeli che possa agire in nome del Sultano, senza rischiarne l’onore o il privilegio divino. Se il Clero, infatti, adempie ai compiti terreni e di portatori del verbo, la Chiave Corinzia si assicura di chiudere le falle che possono arrivare nei cuori dei fedeli stessi, siano essi Mumyani o meno. Essi si muovono per ESCLUSIVA volontà del Faraone o del Gran Hasah e si arrogano ogni diritto e potere, sul territorio Mumyano, per estirpare le eresie e punire coloro che pongono le Divinità più in basso di quanto dovrebbero. Essi vegliano sulle fosse, sulle cripte e su ogni luogo ove un Mumyano abbia scelto di passare l’eterno riposo, affinché esso non venga disturbato da eretici senza fede. I membri della Chiave sono, a tutti gli effetti, degli Uab o delle Cantatrici, ma hanno poteri aggiuntivi datigli direttamente dal Gran Hasah, di cui ha ogni diritto a riprenderli, in qualunque momento. Sono un gruppo segreto, i cui facenti parte conoscono solo raramente l’identità dei propri compagni, portando SEMPRE una maschera con le fattezze della divinità a cui hanno votato completa fedeltà e la vita. Il loro giuramento è “per sempre”, ergo, attualmente vi sono anche Chiavi Corinzie rianimate, che continuano a compiere il volere della propria Divinità.
– Leggi –
Il Sultanato vive sotto la luce del suo Sultano, la cui parola è legge. Se Egli dice che il giorno è Notte e la Notte è Giorno, così da quel momento sarà. Le Leggi seguenti sono le più antiche e le più importanti di Mumya.
- Mancare di rispetto al Sultano, al Gran Visir, al Gran Meker o al Gran Hasah, è punibile con la pena capitale, che equivale all’esilio nel deserto senza cibo nè acqua O/E alla decapitazione.
- Commettere crimini gravi nel Sultanato, assicurerà una pena adeguata alla gravità dell’illecito commesso. Spetterà a un assegnato dal Gran Visir o dal Gran Hasah decidere la gravità della pena.
- Commettere crimini lievi nel Sultanato, assicurerà una pena adeguata alla gravità dell’illecito commesso. Spetterà a un assegnato dal Gran Visir o dal Gran Hasah decidere la gravità della pena.
- Ogni cittadino del Sultanato può richiedere di difendersi da qualsiasi accusa, anche mossa da alte cariche di Mumya, in un Tempio. Esso verrà giudicato dal Sultano, o da chi esso indicherà come sua Voce.
- Lo schiavismo è una pratica legale, avallata e benvista dal Sultano, per rimpinguare la forza lavoro dei cantieri o della servitù.
- Gli schiavi ed i Non-Morti utilizzati come tali sono equiparati come valore, responsabilità e diritti del proprietario.
- Il furto di acqua è punibile come un Crimine Grave, inoltre la Spada di Alfar non è rivendicabile, in nessuno dei suoi tratti, come proprietà.
- Nel Sultanato è concesso usare le armi SOLO per difesa personale. E’ vietato entrare armati nel palazzo del Sultano e nei templi.
- La libertà di culto NON è concessa. Ogni riferimento ad altre Divinità è considerarsi come una mancanza di rispetto al Tempio. Ogni Bestemmia è trattata come una mancanza di rispetto al Gran Hasah.
- Ogni cittadino del Sultanato è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede, senza vincoli di razza o classe.
- Il furto, il contrabbando, la contraffazione o la distruzione di un Cristallo, di qualunque grandezza esso sia, è considerata una mancanza di rispetto al Sultano, e come essa punita.